La Donna nella Resistenza


Figlie, spose o madri, in una o più di queste vesti, le donne si sono trovate unite ai "loro uomini" per combattere le battaglie in nome di un ideale di libertà e per un futuro di pace scevro da odi e rancori. A queste donne sono stati rivolti gli ultimi pensieri, le ultime parole, gli ultimi scritti dei Martiri nel momento estremo della loro esistenza, prima di sacrificare la vita in nome di un comune ideale.

Martyrs

Al "riparo" delle mura domestiche, davanti alla fiamma di un focolare, su di una culla in trepida veglia, sul posto di lavoro, in piazza; nei grandi momenti storici la donna italiana è stata sempre presente. Testimonianze ne abbiamo sino dai tempi più remoti.

È però nel secolo scorso che la donna incisivamente inizia un suo riscatto sociale imponendosi con le proprie idee ed aspirazioni.

Women at the Barricades  Anita Garibaldi

Il movimento risorgimentale è intriso di figure femminili che operano sia nei salotti mondani, sia sulle barricate. Seppure non di origine italiana, un esempio emblematico fu Anita.

Conselice  Centenario del 1 Maggio

Accomunate nel duro lavoro dei campi, le donne assunsero posizioni di rilievo nelle lotte agrarie, alla fine del secolo scorso e nei primi decenni di questo, per rivendicare condizioni economiche più eque e per un lavoro quotidiano più umano. Non a caso, nel quadro intitolato "Quarto Stato", Pelizza da Volpedo pone, tra le tre figure centrali in primo piano, quella di una popolana che avanza risoluta con in braccio un figlioletto.

Resistenza sul Piave

Durante la prima guerra mondiale la donna è nuovamente presente: la sua opera è principalmente attiva nei comitati di assistenza. Questa opera non conoscerà frontiere: gli aiuti verranno rivolti sia verso i connazionali combattenti sia verso i prigionieri di guerra divenuti numerosi alla fine del conflitto.

Resistance - 20  Sesto S. Giovanni

Ma è durante i tragici avvenimenti del secondo conflitto mondiale che, forzatamente, alla donna si presentano "nuove" prospettive. La mancanza di mano d'opera maschile, poiché diverse classi militari sono impegnate nei vari fronti, costringe all'impiego delle donne anche nelle fabbriche e nelle officine, sin allora riservato agli uomini. Questa nuova realtà obbliga la donna ad acquisire una nuova coscienza: partecipa attivamente alla produzione industriale assumendone nel contempo tutti gli impegni di ordine morale e materiale. Ecco che durante gli scioperi del '43 e del '44 nelle città industriali del Nord anche le donne operaie incrociano le braccia al grido di "Vogliamo vivere in pace!". Oppure, prese dalla disperazione, occupano piazze e sedi municipali gridando: "Vogliamo pane! Basta con gli speculatori!".

Lanciano

Dopo l'8 settembre '43, la donna si inserisce nel movimento clandestino e la sua partecipazione attiva in molti casi è determinante.

Maria Assunta Lorenzoni

Tutto questo fu la donna nella Resistenza.

Teresa Gullace

Ad eccezione di Madre Carla, le altre figure della Resistenza sono state effigiate nella nota serie delle "Etichette del Poligrafico dello Stato".

Bologna

Solo una donna, per ora, è ricordata su di un annullo postale: Irma Bandiera, staffetta della 7^ G.A.P., uccisa dalle SS tedesche il 14.8.1944, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.

Castelnovo ne Monti  Roma Città Aperta

Un volto contemporaneo di giovane donna campeggia sull'annullo del 14.7.1985 dedicato alla "Donna nella Resistenza": filo conduttore tra le lotte del passato e quelle del presente che la donna ha sostenuto e tuttora sostiene. Prima di terminare, desideriamo ricordare il film "Roma città aperta", magistralmente interpretato da Anna Magnani e Aldo Fabrizi. Tra le varie vicende ambientate nella Capitale durante l'occupazione nazista, due descrivono la condizione della donna in quel periodo: c'è la popolana, madre di un bambino, che sta per sposarsi con un antifascista e che viene uccisa durante un rastrellamento tedesco mentre le portano via il suo uomo (scena illustrata nel francobollo); c'è quella del partigiano braccato e della sua fidanzata. Il film, realizzato da Roberto Rosellini nell'immediato dopoguerra (1945), è da porsi all'origine del movimento cosiddetto "neorealista", che seppe interpretare, con realistica drammaticità, l'Italia in guerra e del dopoguerra.

Imola

2 Giugno 1946 - referendum istituzionale: Monarchia o Repubblica. Vince la Repubblica. Il simbolo per votare "a favore" della Repubblica era costituito dal profilo geografico dell'Italia sormontato da un volto di donna con corona turrita. Per la prima volta le donne poterono votare. Quella domenica mattina, la madre uscì di casa a braccetto del marito indossando l'abito più bello.

MONDINA!





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