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per il FORUM FILATELIA e FRANCOBOLLI pagina 124

 

 

FORUM CONTINUA  124: Qui parleremo di cosa succedeva (e succede) quando l'ufficio postale era (è) sprovvisto di francobolli. Poi parliamo di una strana TP label italiana: curiosità o rarità?

 

Fra i francobolli locali più interessanti ci sono quelli che venivano autorizzati localmente dai Post Master nei momenti che,  per i motivi  più vari, mancavano i francobolli. Spesso su francobolli improvvisati veniva scritto qualcosa del tipo "non ho francobolli" "questo vale tot centavos, " oppure "pago un peso" firmato IL POSTMASTER. Ciò avvenne varie volte in Colombia ed abbiamo esempi a Garzon, Popayan, Tolima, Magdalena ed altri dipartimenti della Colombia a fine 1984 e nei primi anni del 1900.

Qui vi mostro il francobollo locale di Rio Hacha che nel 1902 era nel dipartimento di Magdalena, ora è la capitale del dipartimento di La Guajira:

 

 

Colombia: local di Rio-Hacha 

Come si può intravedere c'è scritto su tre righe "No hay estampillas Vale 10 centavos El xxx Postal."

seguito poi dalla firma del Post Master J.R. Pichon su Julio R. Pichon.  

Riohatcha oggi: plaza Almirante. Dipartimento di La Guajira

Idem per Barbacoas con firma di E.O. Ortiz:

"no hay estampillas Pago $ 5.00"

Alle isole Pitcairn, in caso di mancanza di francobolli si usavano delle Postal markings del tipo "No stamps Available", vedi vari esempi a pagina 46.

Ma perché vi faccio vedere questo lontano esempio? Perché anche ai nostri giorni, nell'epoca in cui orribili TP label hanno sostituito negli uffici postali i nostri commemorativi (con soddisfazione delle Poste, che possono risparmiare sulla distribuzione dei francobolli negli uffici periferici), può succedere che vengano a mancare i francobolli... (PARDON, che si guasti la macchinetta che emette quelle orribili etichette!) E quindi il moderno post master deve ricorrere a qualche soluzione di ripiego. Ecco che cosa ha fatto l'impiegato  o il direttore dell'ufficio di Massa Carrara a inizio gennaio 2007:

 

busta viaggiata da Massa a Milano il 9 gennaio 2007

Guardate attentamente la cover. E' passata per posta, (guardate i codici rossi a barre) è arrivata a Milano, porta il regoalre timbro del 9-1-2007 di Massa C. Carducci cap 56100.

ma guardate attentamente la TP label... non è una TP label "usuale e completa", è una etichetta autoadesiva bianca su cui qualcuno (si può supporre l'impiegato dell'ufficio postale o il direttore del medesimo) ha scritto a mano con una biro qualcosa del tipo "Posta ordinaria" 0,60 ed uno sgorbio che forse è una sigla.

ingrandimento dell'etichetta

Chi sarà questo novello Julio R. Pichon?

Possiamo considerare questa etichetta una "emissione" di emergenza?

Possiamo considerare questa etichetta un bollo locale di Massa?

Quante altre etichette sono state create quel giorno in quell'ufficio?

Quanti altri esempi simili ci sono già stati in Italia?

e questa curiosità potrà diventare una piccola rarità?

Cosa prevedono i regolamenti delle Poste nel caso di inceppamento delle macchinette e di mancanza di francobolli adesivi nell'ufficio postale?

io non so rispondere a nessuna di queste domande. Chi ipotizza qualcosa?

Poi vi farò vedere altre emissioni di emergenza.

Intanto per dare altri elementi di giudizio vediamo la definizione di macchina AFFRANCATRICE, presa dall' utilissimo sito del Postalista, nella parte curata da Giovanni Riggi di Numana al link: http://www.ilpostalista.it/coordriggi1.htm dal titolo LESSICO FILATELICO ITALIANO:

AFFRANCATRICE - Sostantivo. Macchina che stampa sulle corrispondenze delle impronte inchiostrate di vario colore e disegno che sostituiscono a tutti gli effetti le affrancature in francobolli o di altro tipo.  Queste macchine di varia tecnologia ed origine, sono in genere di proprietà delle Poste che le affidano in gestione a utenti postali di medie e grandi dimensioni che desiderano risparmiare tempo e denaro nell'invio della propria corrispondenza, evitando l'uso considerato scomodo dei francobolli (rifornimenti non sempre facili, furti, applicazione lenta ecc.). Le macchine di questo tipo sommano gli ammontare successivi stampati sugli invii e permettono alle aziende di conoscere la propria spesa postale in continuo, e di pagare in una sola volta alle Poste il costo complessivo delle spedizioni di periodi stabiliti (in genere mensilmente). Gli ammontare dei singoli invii, essendo variabili, impongono alle macchine di poter modificare le cifre corrispondenti alle diverse affrancature che devono inoltre anche disporre di molte diciture postali per indicare i servizi che si possono richiedere. Le macchine devono quindi possedere una tastiera che permette di adattare le esigenze di spedizione alle normative postali. Ciò è effettuato attraverso comandi e meccanismi frutto dei vari brevetti che distinguono le produzioni delle diverse aziende produttrici.  Il settore delle affrancatrici meccaniche è in continua evoluzione a partire dal 1925 circa, anno in cui molte aziende iniziarono ad utilizzare queste macchine, specialmente perché permettevano di   aggiungere   alle diciture obbligatorie per la Posta, anche delle pubblicità aziendali (targhette).  Negli anni '50 anche gli uffici postali iniziarono ad utilizzarle abbondantemente (con e senza pubblicità) per accelerare l'accettazione degli invii. In conseguenza, grazie all'enorme varietà di impronte nate dall'uso postale, è stata creata dalla filatelia una particolare sezione collezionistica, la Meccanofilia, per non trascurare enormi quantità di posta affrancata in questo modo che presenta una grande varietà di forme, di disegni, di tasselli, di loghi, in genere pubblicitari, che affascinano molti collezionisti e che sono stati oggetto di studio e catalogazione specializzata. A partire dalla fine del 1999 le affrancatrici meccaniche, volgarmente definite anche col nome di "rosse" per il colore dell'inchiostro maggiormente utilizzato nelle loro impronte, si stanno trasformando in un altro genere di macchine che hanno pur sempre la facoltà di "Affrancare" la posta, ma che dispongono di altri sofisticati meccanismi e apparati, anche di natura elettronica e digitale, che aggiungono altre funzioni, necessario alla tecnologia della posta attuale (ad esempio il rintracciamento informatico della posta pregiata perduta).   Dall'inizio del III millennio le affrancatrici meccaniche "rosse" delle Poste si sono trasformate in macchine produttrici di etichette autoadesive "nere" (Zebra e Tp-Label) che contengono i codici informatici necessari per la nuova tecnologia del tracking & tracing adottata dalle nostre Poste e questo nuovo sviluppo, impensabile fino al 1999, ha dato nuove motivazioni e nuovi sviluppi al collezionismo meccanofilo italiano.

Riporterò qui le varie risposte molto interessanti che sono già state postate nel forum...

Molto interessante per esempio i post di Zanza Cr e di Francesco  Riboldi. Il primo posta una sacco di esempi ed indica la cover  di questa pagina come:
"...è una semplice TPLabel non stampata ma emessa lo stesso dalla macchina affrancatrice, per motivi di contabilità l'impiegato delle poste è obbligato a utilizzarla...

da ciò si evince che  che i regolamenti delle Poste obbligano gli impegati  a contabilizzare le TP-label che si hanno in dotazione. 

Francesco Riboldi, invece,
fa la giusta distinzione fra AFFRANCATURA DI EMERGENZA ed "EMISSIONE". Effettivamente per emettere un francobollo occorre la firma di un Ministro o di qualcuno con una delega specifica. Ecco cosa scrive:

...io la considererei un affrancatura di emergenza e non un emissione.

Vi sono tutti gli elementi dell' affrancatura d'emergenza come il timbro postale che convalida la "sigla" dell'impiegato e l'importo di quanto incassato per il tipo di servizio richiesto, poco importa che il tutto sia su di un supporto adesivo. L'addetto alla corrispondenza avrebbe potuto scrivere anche direttamente sulla busta o, se lo avesse avuto, usare uno dei vecchi timbri postali ovali con scritto "Pagato" come si faceva una volta. Probabilmente si è trattato di una contingenza momentanea alla quale l'addetto ha ovviato in questo modo, magari la macchinetta gli aveva "sputato" un' etichetta priva di stampa (nel contempo, però, l'aveva anche contabilizzata) e lui ha pensato di utilizzarla in questo modo, ma avrebbe anche potuto utilizzare qualsiasi altro supporto che sarebbe stata la stessa cosa. Al contrario per emissione io intenderei il fatto di approntare appositamente un certo numero di questi "oggetti" per far fronte ad una situazione contingente, previa precise indicazioni ed autorizzazioni da parte di una qualche autorità preposta allo scopo e non credo che queste condizioni si possano ravvedere in questo caso.

Ciao Francesco.
Grazie Francesco ottima precisazione!!!

Intanto mi sono ricordato che avevo già postato un francobollo che può rientrare in questo topic. Uno dei sistemi più semplici in caso di mancanza di un francobollo consisteva (e consiste) nel sovrastampare con il valore del facciale mancante un altro francobollo in giacenza. Di solito si sovrastampava un francobollo di valore superiore, evitando così le false sovrastampe per il costo proibitivo del francobollo "base". particolare l'inutilità della sovrastampa fatta a Trinidad&Tobago:

nel dicembre 1956 per esaurimento del bollo da 1 cent. le autorità di Trinidad &Tobago sovrastamparono il facciale da 2 cent. Però quando il bollo con sovrastampa fu messo in circolazione, fu in uso solo per cinque ore e mezza perché nel frattempo era stato ristampato il valore che si era esaurito! 

 

 

   

sovrastampa one cent fu usata solo per 5 ore e mezza!

 

Esistena nche un libretto per francobollo di emergenza:

 

L'isola di Lord Howe in Australia ha litigato vario tempo con le Poste di quel paese, infine l'ha avuta  vinta e dal 1998 ha una posta locale ufficializzata  dal ministero delle comunicazioni Australiano. Data la distanza, di fatto, le Poste Australiane non facevano servizio per l'interno dell'isola. Nel 1998 durante i "litigi"  fu creato un booklet, che conteneva alcuni bolli di emergenza:

 

 

booklet Lor Howe island del 1998

 

 

uno dei bolli di emergenza del 1998

 

 Dopo quella data si attivò un vero servizio postale privato di nome "zemail"con tanto di bolli . Vedi pagina 64  per il corriere zemail e per una bella cover. Qui invece una cartolina:

 

4 immagini dell'isola remota di Lord Howe con anche la Ball's island pyramid

 

Tornando alle TP label, ci sono quelle a colori ed anche "commemorative", eccone una da 0,61 Euro che arriva dalle Azzorre con l'annullo di Horta:

postmark di Horta su TP label portoghese

 

Qui invece vediamo una TP label francese complementare ad un foglietto:

 

mentre questa TP label italiana, su una raccomandata, mi viene da chiamarla" bisect", oppure... boh, qualcuno melo suggerisca... 

due etichette con una sola impronta da 3,80 Euro

 

 

pagina   appena incominciata   

 

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