I francobolli del C.L.N. per le 4 giornate
di Napoli
da un articolo di Ignazio Lavagna apparso sulla Voce del Cifr nell'ottobre 1993.
uno dei tre valori della serie imperiale sovrastampati con
cavallo che calpesta la svastica ed il fascio littorio.
I facciali sono il 20 c. il 35 c ed il 50 c.
LE QUATTRO GIORNATE DI
NAPOLI: Nel settembre 1943, la città partenopea era ormai di prima linea,
sottoposta a continui bombardamenti e con le truppe alleate che si
avvicinavano, provenienti dal Sud. L'annuncio dell'armistizio
colse di sorpresa: gli alti comandi militari impediscono ai pochi militari
che vogliono combattere, di organizzarsi e la Resistenza ai tedeschi
diviene un susseguirsi di episodi frammentari, in cui il coraggio e il
valore possono ben poco, contro lo strapotere germanico. Il comandante tedesco,
Col. Scholl, ha un piano preciso e intende distrugge sistematicamente ogni
infrastruttura, di modo che, all'arrivo degli alleati, della città non
resti che un cumulo di macerie: iniziano a distruggere il Palazzo delle
Poste e poi quello dei telefoni, i depositi dell'Azienda tranviaria, gli
impianti portuali, poi è la volta delle industrie, dall'Ilva al
Siluruficio, dalla Alfa Romeo alle Cotonerie Meridionali e gli
stabilimenti Ansaldo, per finire con il saccheggio dei negozi e delle
case. Il Colonnello Scholl
ordina poi le sgombero di una fascia di territorio larga 300 metri, dal
mare verso l'interno ed emana il bando per il servizio del lavoro, un
tentativo di deportare tutti gli uomini validi e di avviarli al lavoro
coatto il Germania. A tutto questo i
Napoletani rispondono con la Resistenza passiva, per i tedeschi è uno
smacco; passano allora ai rastrellamenti, una vera e propria caccia
all'uomo, destinazione la Germania. La popolazione capisce che
per sottrarre la città alla distruzione e per impedire le deportazioni,
occorre combattere. Gli scontri iniziano il
mattino del 28 Settembre, i napoletani sono armati alla meglio: qualche
fucile '91, pistole, bombe a mano, bottiglie di benzina, qualche
mitragliatrice occultata nei giorni dell'armistizio. Il primo scontro avviene a
via Belvedere, al Vomero, poi la battaglia dilaga in tutta la città a
Capodimonte, a Ponticelli, all'Aeroporto di Capodichino. Ai combattimenti
prendono parte uomini e donne di ogni ceto sociale, di ogni età, anche i
ragazzini fanno la loro parte. Saranno proprio i ragazzi
i protagonisti di questa lotta, il simbolo dell'insurrezione: si distingue
in particolar modo Gennaro Capuozzo, ucciso mentre aiuta a piazzare una
mitragliatrice, con lui, in quei giorni, cadono Mario Menechini, Pasquale
Formisano, Filippo Illuminati. Con uno stratagemma gli insorti fanno
credere ai tedeschi di essere in numero preponderante così, dopo lunghe
trattative, il Col. Scholl è costretto ad ordinare l'abbandono detta città.
E' la prima volta in Europa che i tedeschi sono sconfitti e costretti a
trattare la resa. A liberazione avvenuta, e
quando ormai sono già presenti le truppe Alleate, il CLN di Napoli istituì,
con la collaborazione del Comune, una Commissione per celebrare la
insurrezione e venne deciso di soprastampare alcuni francobolli. Come soprastampa fu
adottato un disegno raffigurante un cavallo (simbolo della città) che
calpesta il fascio littorio e la svastica. I valori da soprastampare
erano il 20 cent., il 35 cent. ed il 50 cent. della serie
"Imperiale". Venne richiesta I'autorizzazione al Commissario
Alleato, T. Col. Charles Poletti, il quale, in un primo momento, autorizzò
l'operazione, ma in seguito proibì l'emissione dei francobolli ed anzi
arrivò ad ordinarne il sequestro. Alcuni esemplari vennero fortunosamente
sottratti al sequestro ed usati, nel dicembre 1943, per affrancare
corrispondenza che "viaggiò" all'interno della cerchia urbana.
Oggi, le Poste Italiane si apprestano a commemorare le 4 Giornate di
Napoli con un francobollo che si riallaccia, idealmente, ai famosi
"non emessi" di cinquant'anni or sono ed alla serie per il
30° anniversario della Resistenza che, nel valore da £. 70, raffigura il
Monumento ai caduti dette 4 Giornate di Napoli.
I. LAVAGNA
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