In ricordo di due tragedie
di Giuseppe Ghetti
da un articolo della Voce del Cifr del maggio 2007
E’
uscito da poco, edito da Frassinelli, un libro dal titolo: Il diario di Petr
Ginz. Lo ha curato Chava Pressburger, nata Eva Ginzova, sorella di Petr. Il
sottotitolo del libro recita: “Il diario di un adolescente da Praga ad
Auschwitz”.
fig.1
copertina del libro “Il diario di Petr
Ginz”
Petr
Ginz visse la sua adolescenza nella Praga occupata dai Nazisti. Quello dei suoi
genitori era un matrimonio “misto”, secondo le leggi di Norimberga, dato che
il padre era Ebreo-Ceco, e la madre, “semplicemente” Ceca. Queste famiglie,
pur totalmente discriminate, subirono, inizialmente, un trattamento un po’
“più leggero” rispetto elle altre interamente ebree. Nel diario, ritrovato
casualmente nel 2003, Petr descrive, in modo asciutto ed essenziale, il clima di
Praga dal 19 Settembre 1941 al giorno della sua partenza, in quanto deportato,
per il ghetto di Terezin,
nell’Autunno del 1942. L’ultima annotazione è del 9 Agosto 1942. Attraverso
i suoi occhi vediamo il clima della città mutare giorno dopo giorno, con sempre
nuove angherie e restrizioni alla vita degli Ebrei cechi (sono immagini di una
vivezza accecante), fino al giorno nel quale egli riceve la notifica della sua
deportazione nella città-ghetto. Avendo raggiunto i quattordici anni, in quanto
Ebreo figlio di un matrimonio misto, in base alle insensate, ma minuziose,
regole fissate dall’autorità nazista, deve essere deportato: lascia la
famiglia, la città pur sempre amata, ma si porta dietro la sua voglia di
studiare, di sapere, di scrivere, di disegnare. A Terezin continua a coltivare i
suoi interessi, legge e studia, scrive e contribuisce a dare vita ad un giornale
clandestino, disegna e stampa le sue incisioni su linoleum (tecnica che lo
appassionava). Il 28 Settembre 1944, dopo due anni di vita nel ghetto, lo
aspetta il treno diretto ad Est, ad Auschwitz. La sorella Eva, deportata
anch’ella a Terezin nel 1944, al raggiungimento del quattordicesimo anno di età,
fa appena in tempo a salutarlo, prima dell’ultimo viaggio, verso le camere a
gas.
Il
suo nome si dovrebbe trovare assieme a quelli dei 77.297 Ebrei della Boemia e
Moravia i cui nomi sono incisi sui muri interni della Sinagoga Pinkas, a Praga:
Fig.2
sinagoga
di Praga
Dopo
la partenza del fratello Eva recupera tutto il materiale che Petr aveva prodotto
durante i due anni e lo salva: sono novelle, racconti, disegni. Questi ultimi,
realizzati con tecniche diverse e materiali di fortuna, sono stati donati dal
padre, Ota Ginz, sopravvissuto all’Olocausto, assieme alla moglie Marie ed
alla figlia Eva, al Museo di Storia dell’Olocausto
di Yad Vashem, in Israele, dove si era stabilito e dove, nel 1976, concluse
l’esistenza.
Il
collezionista di storia postale della Cecoslovacchia tuttavia aveva conosciuto
Petr prima della pubblicazione del diario. La sua storia era già conosciuta
per merito di un francobollo, emesso in foglietto, dalle Poste della
Repubblica Ceca il 21 Gennaio 2005:
fig.3
foglietto della repubblica Ceca su
P. Ginz
L’emissione
non è dedicata solamente a Petr Ginz. Nella parte inferiore del foglietto è
riprodotta l’immagine della navicella spaziale Columbia, disintegratasi nel
viaggio di rientro sulla Terra, dopo il compimento della missione nello spazio,
il 1° Febbraio 2003, con la morte dei sette membri dell’equipaggio.
Dell’equipaggio faceva parte, su invito della NASA, un astronauta israeliano,
il colonnello dell’aeronautica militare Ilia Ramon. Ogni
astronauta impegnato nelle missioni spaziali statunitensi, ha il permesso di
portare con sé alcuni oggetti personali. Ilan Ramon (Alef Yud Lamed
Nun), la cui madre era
sopravvissuta ad Auschwitz, desiderava portare nello spazio un oggetto
significativo che ricordasse l’Olocausto. Il Museo Yad
Vashem, al quale egli si era rivolto, gli propose uno dei disegni realizzati nel
ghetto di Terezin da Petr Ginz, un disegno particolarmente attinente ad una
missione spaziale. Il disegno scelto, realizzato
a matita su carta, fu questo:
Fig.4
disegno della
vista dalla luna
Quest'articolo fa parte dell'impegno del Cifr, che potremmo intitolare:
"PER NON DIMENTICARE".
Un'iniziativa della scuola elementare di Napoli a favore dell'ospedale Alyn di Gerusalemme è stata fatta il 1 giugno 2007. L'organizzazione è stata curata dal nostro socio Gianfranco Moscati.
Ricordiamo che Gianfranco Moscati, (vedi "la Voce del Cifr #67 del maggio 2007), ha donato la sua collezione di documenti della persecuzione degli ebrei in Italia ed in altri Paesi Europei all' Imperial War Museum di Londra.
Vedi il link: http://london.iwm.org.uk/server/show/ConWebDoc.4552
Vi proponiamo qui la cartolina con l'annullo dell'iniziativa napoletana:
Il francobollo commemora il gelato artigianale e lo scritto di uno dei ragazzi della V elementare di Via Vanvitelli, è il seguente:
"Io vorrei ringraziare moltissimo Alfred Wiemer che è stato l'inventore dei gelati. E spero che ogni bambino del mondo potrà averne uno. Per me questo simbolo rappresenta la fantasia che ogni bambino del mondo dovrebbe avere. "
F. A.
aggiornato al 10 giugno 2007